21 domande e risposte per dimostrare che la Terra è piatta

Le 21 domande:

  1. Dov’è il limite?
  2. Come si muove il sole se la terra è piatta?
  3. Cosa c’è sotto la terra piatta?
  4. Che dire di navi e barche che scompaiono oltre l’orizzonte?
  5. Che mi dici di tutte le foto di terra piatta?
  6. Cosa sono tutti gli altri pianeti intorno?
  7. E i satelliti e il GPS?
  8. Lo spazio esterno è reale?
  9. Come è possibile la circumnavigazione sulla terra piatta?
  10. Come mai la luna è capovolta nell’emisfero meridionale?
  11. E le stagioni?
  12. Che dire della gravità?
  13. Che dire dell’effetto Coriolis?
  14. Perché non si riesce a vedere infinitamente lontano?
  15. La terra piatta è una cosa religiosa?
  16. La società dei Flat Earth è alla base del risorgere della terra piatta?
  17. Tutti gli scienziati, i piloti e i membri del governo sono coinvolti?
  18. La NASA non è l’unica agenzia spaziale. Ci sono tutti gli altri dentro?
  19. Bene, allora chi è il responsabile di questo inganno?
  20. Perché la menzogna?
  21. Che cosa significa se la terra è piatta?

Terra piatta – La Mappa Buddista, di 1000 Anni fa… la Mappa Kobayashi

La-mappa-di-Kobayashi

QUESTA MAPPA DEL MONDO E’ STATA FATTA DIECI SECOLI OR SONO?

Hawaiian Gazette Venerdi 11 Gennaio 1907

Quasi più strano del “Manoscritto trovato in cilindro di rame”, è la copia di una mappa che attraverso i mari ha raggiunto Honolulu da un tempio Buddhista nelle montagne del Giappone centrale. E’ una mappa del mondo fatta 1000 anni fa. Il Dr. Kobayashi, il rinomato dottore Giapponese chirurgo a Honolulu, ha ricevuto una copia della mappa, che egli ritiene esser stata fatta dai preti Cinesi dieci secoli fa.

La mappa è disegnata sul principio della Proiezione di Marcatore, e mostra il Polo Nord come il centro di un circolo in cui compaiono i continenti del Nord e Sud America, l’Europa, l’Africa, l’Asia e l’Australia.

“La mappa fu trovata da mio fratello in un tempio Giapponese, tra le montagne del Giappone” disse il Dr. Kobayashi. “E’ stata nascosta dal governo Giapponese in epoca moderna come lo fu in tempi antichi, poichè a quell’epoca una mappa simile sarebbe stata distrutta dalle autorità. Secondo una lettera la mappa originale fu portata dalla Cina da una prete Buddhista e nascosta nel suo tempio.

“Dieci anni fa mio fratello era consuntivo. Benchè io fossi un dottore, egli non voleva esser curato con le medicine. Decise di andare sulle montagne e cercare una cura da sè. Per dieci anni egli rimase lassù e usò la propria forza di volontà per trovare la cura. Oggi si è rimesso. Durante il suo soggiorno egli trovò questa mappa. Egli ne derivò una teoria sulla piattezza della terra, malgrado tutti i fatti moderni dimostrino che sia una sfera. Questa teoria è stata lo scopo della sua vita.

Egli è un artista e per poter dimostrare la sua teoria fece bellissimi disegni, pittoreschi e attraenti per l’occhio, in cui sono evidenti il metodo meccanico, astronomico e ingegneristico.
“Mio fratello si rifà ai giorni di Colombo e Amerigo Vespucci i quali, dice, salparono verso nuove terre convinti che navigando in una una sola direzione generale sarebbero infine giunti sul posto.
“Noi moderni sappiamo che un vascello salpato da un porto che si dirige continuamente ad Est arriverà allo stesso posto. Il vascello, ovviamente, va attorno al globo. La teoria di mio fratello è che si naviga su un vasto piano come si navigherebbe sull’orlo di una boccia.” (“on the edge of a bowl“, dice il testo originale: per il savio geocentrista questa espressione definisce perfettamente tutta l’assurdita della Grande Palla di Terra)
Le illustrazioni che accompagnano la mappa sono bellissimi esempi di arte Giapponese. Nessun libro di geografia tanto attraente è mai stato compilato. Vi è una quantità di boccioli di ciliegio, monti Fujiama, bellissimi mari blu punteggiati da giunche e sampan che veleggiano. Vi sono panorami terrestri e marini e bizzarre figure di donne Giapponesi, disegnate in stile antico. Ma in ogni foglio di queste immagini le linee dell’ingegnere sono tracciate in modo da non rovinare l’insieme. Con il testo che spiega ogni pagina, la geografia dovrebbe essere facilmente compresa. Il dottor Kobayashi possiede ora tutti i fogli originali, in quantità, e intende inviarli in Giappone a  suo fratello, che intende metterli nelle mani degli editori. Sarà una delle più originali pubblicazioni della nostra epoca. Le mappe originali tra cui una copia disegnata dal fratello di Kobayashi, e sulla quale la sezione allegata è stata ricalcata, è rosa dai vermi e sta assieme a malapena. La mappa di cui sopra in cui sono visibili tutti i continenti e persino le isole Hawaii, non fu fatta evidentemente dai preti che tracciarono le linee originali.”

E’ ancora Julie a condividere questa immagine:

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“Definizione di “Ironia”:

quelli che controllano il “Globo” hanno una 

mappa della Terra piatta nel loro logo.”

I loghi sono quelli delle Nazioni Unite, dell’Organizzazione Marittima Internazionale,
della Organizzazione Meteorologica Internazionale della Aviazione Civile Internazionale.

Per qualche dettaglio, vedere:
http://verorizzonte.blogspot.it/2015/12/la-grande-grande-palla.html
http://verorizzonte.blogspot.it/2016/03/3000.html

 

Fonte:
verorizzonte.blogspot.ch

 

La NASA manomette i veri colori di Marte! – 24 Settembre 2013

Il pianeta Marte è anche chiamato il pianeta rosso per via dell’abbondanza di ossido di ferro presente nelle sue rocce superficiali. E’ il colore che ci fanno vedere anche le immagini della Nasa. Fin troppo rosso, il cielo è invece descritto come essere giallognolo-marroncino. Tra gli astrofili si stanno facendo strada dubbi circa l’autenticità cromatica delle immagini ufficiali.

Innanzitutto, perchè il pianeta ripreso da telescopi amatoriali non sembra così rossiccio come nelle fotografie della Nasa? Anzi, appare con venature di verde e azzurro?

La teoria dei colori artefatti, con cui verrebbe dipinto il pianeta, sarebbe in accordo con le immagini che mostrano macchie scure di vegetazione (Foreste marziane) e calotte di un qualche ghiaccio di colore azzurrognolo (Climatologia del Pianeta Rosso).

Ecco alcuni esempi di foto comparate:

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immagine-di-marte-amatoriale-e-nasa-2

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Zone molto scure appaiono evidenti anche nelle foto delle sonde, specie nella zona equatoriale, senza che vi sia fornita spiegazione convincente.

Se esistono su Marte esseri vegetali capaci di fotosintesi clorofilliana, cioè ossigeno nell’aria, il cielo non dovrebbe apparire giallastro come nelle foto che i vari robottini mandati sulla superficie ci inviano.

Del resto, la presenza di tanto ossido nelle rocce superficiali potrebbe suggerire che una discreta quantità di ossigeno molecolare (azzurro) sia presente nell’aria marziana. Oltre che per la ricombinazione della CO2 e altri composti dell’ossigeno che costituiscono per oltre il 95% l’atmosfera.

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Anche immagini prese dal telescopio spaziale Huble contengono il colore blu (sopra) nell’atmosfera di Marte altrimenti assente nelle foto più conosciute (sotto).

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Si può ipotizzare che se l’intento della astronomia canonica è nascondere la presenza di vita su Marte, l’ente spaziale americano possa avere alterato tramite filtri i veri colori del pianeta. Gli astronomi dovrebbero spiegare l’origine del colore azzurro del cielo marziano.

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Perche’ il terreno a sinistra è così pesantemente rossastro?

Numerosi studi effettuati sulle fotografie inviate dai centri di acquisizione sembrano essere state “alterate”, come per nascondere i toni verdi-azzurri che metterebbero in crisi gli scienziati intenti a convincere la popolazione che Marte è un pianeta morto, semplicemente un freddo e rosso deserto roccioso. La Nasa spesso definisce in “falsi colori” certe fotografie rossastre di Marte mentre sui libri e giornali la falsità dei colori viene omessa.

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Comparazione tra colori dell’atmosfera terrestre e marziana ripresa da Hubble

Così come non viene precisato il motivo per cui le fotocamere a bordo di numerose sonde operano solo in colori alterati da filtri o addirittura in bianco e nero (!) come nel caso della sonda Rosetta.

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Ci sono fotografie scattate dal “lander” del primo Viking del 1976 che mostrano chiaramente toni di blu, basta analizzare le immagini con un qualsiasi software grafico, se uno non si fida del proprio monitor.

Ogni tanto emergono fotografie che sembrano realistiche le quali portano a anche una tematica poco discussa: il fatto che la luce sulla superficie marziana deve essere simile se non superiore a quella che illumina la superficie della Terra. Infatti, il pianeta rosso si trova circa 80 milioni di km più lontano dal Sole del nostro (ma ci sono solo 50 milioni di km tra il suo perielio e il nostro afelio) quindi, essendo la sua atmosfera molto meno spessa, una maggiore percentuale di luce dovrebbe raggiungere il suolo. La fotografia sotto mostra probabilmente l’autentico paesaggio marziano.

I veri colori di Marte (Viking 1). Giornata luminosa, cielo biancazzurro e suolo di un colore simile alle omologhe recco nostrane.

I veri colori di Marte (Viking 1). Giornata luminosa, cielo biancazzurro e suolo di un colore simile alle omologhe recco nostrane.

Se avete modo di osservare direttamente Marte con un telescopio fate voi la prova colore!

 

Fonti:
http://pianetax.wordpress.com/veri-colori-di-marte/
http://terrarealtime.blogspot.it/
http://ununiverso.altervista.org/