Quello che NON CONOSCETE su papa Bergoglio

Attualmente i paesi di tutto il mondo si trovano sotto la pressione delle Nazioni Unite, dei massoni e delle strutture sovranazionali che costringono loro di legalizzare l’omosessualità. L’omosessualità distrugge i valori morali, spirituali e fisici, distrugge l’istituzione della famiglia, infrange la legge di Dio e la ribellione contro Dio e apre la porta alla satanizzazione dei popoli cristiani. Insieme con la giustizia minorile è il più potente mezzo di riduzione, ovvero l’auto-genocidio dell’umanità… (introduzione del video)

E’ lo sport del calcio il nuovo strumento di controllo degli Illuminati?

Qualcuno le chiama “armi di distrazione di massa”, passatempi ricreativi per distogliere l’attenzione delle masse dalle nefandezze messe in opera dall’èlite che governa il pianeta e acquietarne il desiderio di uguaglianza e giustizia. Il calcio, il gioco-idolo dell’età contemporanea, si presta perfettamente a questo scopo. Con il suo giro di affari che si aggira sui 9 miliardi di euro annui, il calcio intrattiene e distrae circa 40 milioni di Italiani.

tifosi-fanatici In fondo che cos’è il calcio? Un gruppo di 22 persone, suddiviso in due sottogruppi, che rincorrono una palla prendendola a calci su un prato per 90 minuti.

Intorno ad essi ci sono circa 80 mila persone che li guardano per due ore, più milioni di persone che li guardano in televisione.

Poi qualche partita spesso finisce sulle prime pagine dei giornali, alimentando discussioni e pettegolezzi per giorni e giorni.

Fin qui nulla di male. Certamente tutti gli sport sono divertenti da giocare e divertenti da guardare. Eppure, se si distoglie per un attimo lo sguardo dalla sua valenza ludica, si avverte quasi una sorta di regia occulta finalizzata a rendere il gioco del calcio uno dei maggiori business internazionali e un raffinato anestetico sociale.

Secondo i dati diffusi dalla lega calcio, i ‘sostenitori’ italiani del gioco del calcio sono circa 37 milioni di persone, i quali contribuiscono, con soldi propri, ad alimentare un giro di affari (compreso l’indotto) che si aggira sui 7,5 miliardi di euro, quasi il 5% del PIL italiano. Degli 8 miliardi raccolti dalle scommesse, quasi il 90% delle puntate deriva dal calcio. Lo stato italiano, dall’industria del calcio, ricava più di 1 miliardo di euro.

tifoseria italiana

Per farsi un’ulteriore idea sul denaro che gira nel mondo del gioco del calcio, basta guardare la classifica dei 10 giocatori più pagati in Italia, i quali raccolgono da soli 34,7 milioni annui di stipendio.

giocatori più pagati in italia

Se i dati economici sono impressionanti, quello che sconcerta davvero è il fenomeno della tifoseria, o meglio, di quello che può definirsi a tutti gli effetti il ‘fanatismo calcistico’. I tifosi sono ovunque, provengono da ogni fascia socio-economica e sembrano moltiplicarsi di anno in anno.

Essi permettono che una partita di calcio condizioni le loro scelte di vita, regolando il loro tempo libero sui giorni e gli orari delle gare. Tutto sembra secondario: vita di coppia, educazione dei figli, acculturazione, aria aperta, vita sociale. Il primato spetta al nuovo idolo dei tempi moderni: il Dio Calcio che non ammette di essere messo in secondo piano.

Nonostante la grande maggioranza dei seguaci del culto del calcio appartenga alla classe impiegatizia e operaia, piuttosto che scandalizzarsi dei milionari compensi delle 22 persone che stanno in mezzo al campo, questi contribuiscono con una parte del loro stipendio ad alimentarne il business in nome della passione per la squadra di calcio della propria città, che per il 95% è formata da gente che proviene o da altre città italiane, o addirittura dall’estero . E allora per cosa tifano?

Molti degli appassionati di calcio conoscono perfettamente il nome di ogni singolo giocatore, sa esattamente quali sono le sue caratteristiche di gioco e sa perfettamente cosa sia successo in ogni singolo istante di una partita, dall’inizio fino alla fine. Per questi lo sport è più che un intrattenimento: è una ragione di vita. Con le nuove generazioni, il numero dei fanatici sportivi sembra aumentare in modo esponenziale.

Ancor più misterioso è l’interesse che segue quello che è successo sul prato nei 90 minuti di gioco. Per un’intera settimana, giornali e trasmissioni televisive discutono di quanto è avvenuto nel corso della partita, dando copiosi argomenti alle persone per discutere intere ore di… un gioco! E’ come se dopo una tornata di nascondino, i partecipanti discutessero delle varie strategie adottate durante il gioco. Magari litigando e spendendo soldi… ci si divertirebbe ancora così?

Infine, il fenomeno che più sconcerta e lascia interdetti è la violenza che il calcio è in grado di generare nell’animo dei tifosi. C’è la violenza manifesta, messa in opera da persone che in nome di un simbolo (quello delle squadra) che nemmeno gli appartiene, sfascia interi pezzi di città, si scontra con i propri avversari (per non dire nemici) dandosele di santa ragione. Spesso si finisce in ospedale e qualche volta all’obitorio. Ogni partita porta dietro di sé lo strascico di quello che viene definito ‘tifo violento’.

invasione-di-campo

Ma c’è anche la violenza più sottile e strisciante delle cosiddette persone perbene, le quali pur non tirando sassi o sfasciando vetrine, non disdegna violenti improperi verbali generati da un animo esasperato, oppure mirabolanti bestemmie che lasciano a bocca aperta anche gli atei più ferventi.

L’obiettivo sembra essere quello di dividere. Dice un vecchio adagio latino “dividi et impera”! Potrebbe essere proprio questo l’obiettivo malcelato degli Illuminati? Dividere ed esasperare gli animi del popolo per evitare che scatenino la loro frustrazione contro il potere (da loro) costituito?

Ma come ha fatto il calcio a diventare così popolare tra tutte le classi della società? Per cercare di comprendere il fenomeno bisogna fare un balzo indietro nel tempo. La patria del calcio moderno è l’Inghilterra, e in particolare, i college britannici. Il calcio nacque infatti intorno al 1870 come sport riservato esclusivamente all’élite aristocratiche ed economiche del paese: il football fu inizialmente praticato dai giovani delle scuole più ricche e delle università.

Curiosamente, uno sport destinato ai ricchi aristocratici, nei pochi anni successivi si è poi diffuso a macchia d’olio alle bassi classi popolari ed operaie delle periferie industriali. E come se improvvisamente i contadini cominciassero ad interessarsi al gioco del polo. Eppure, questo passaggio immediato del calcio dalla classe più alta alla classe più bassa della società non è avvenuto senza uno scopo.

Prima che si affermassero l’era industriale, le nuove tecnologie e le fabbriche, gli uomini vivevano generalmente della loro terra. La rivoluzione industrialecomportò un generale stravolgimento delle strutture sociali, attraverso una impressionante accelerazione di mutamenti che portò nel giro di pochi decenni alla trasformazione radicale delle abitudini di vita, dei rapporti fra le classi sociali, e anche dell’aspetto delle città.

Nasce così la classe operaia che riceve, in cambio del proprio lavoro e del tempo messo a disposizione per il lavoro in fabbrica, un salario. Sorge anche il capitalista industriale, imprenditore proprietario della fabbrica e dei mezzi di produzione, che mira a incrementare il profitto della propria attività.

Alla fine del 19° secolo, c’era qualcosa che si diffondeva molto rapidamente nelle classi operaie europee: il movimento operaio generato dalla ribellione alle pessime condizioni lavorative. Queste associazioni si ponevano generalmente l’obiettivo di migliorare – attraverso le lotte sociali e le riforme – i salari e le condizioni di vita chiedendo, fra l’altro, la riduzione dell’orario lavorativo e la tutela del lavoro minorile e femminile. Tutto ciò minava alla base lo strapotere dei capitalisti industriali e dell’èlite al potere.

Ed è in questo contesto che il gioco del calcio, meraviglie delle meraviglie, è diventato popolare. L’idea di fondo era quella di distogliere la rabbia dei lavoratori dalla schiavitù industriale e dai ricchi capitalisti, creando una serie di squadre cittadine che si sfidassero in un gioco-sport capace di sublimare la frustrazione degli operai e sfogare l’aggressività nei confronti degli avversari. A distanza di più di un secolo, possiamo affermare che la missione è riuscita perfettamente.

Leggi anche:
Mass Media Matrix: ecco come ci dicono a cosa pensare
Chi governa realmente il mondo: ecco gli indizi sugli illuminati

Viene da chiedersi allora se la passione sportiva sia un fenomeno naturale, o se gli appassionati siano indotti a desiderare lo sport? Il fanatismo sportivo è stato creato dall’èlite al potere per distrarre le persone mentre saccheggiano i nostri diritti e la nostra libertà, istupidiscono i nostri figli e devastano il nostro patrimonio naturale, culturale ed economico. Utilizzando tecniche di ‘distrazione di massa’, questi venditori di fumo focalizzano l’attenzione del pubblico altrove, mentre compiono il loro saccheggio.

E’ ovvio che non è lo sport in quanto tale ad essere il problema, ma il modo in cui viene manipolato da questa gente senza scrupoli, il cui solo obiettivo vitale è il potere, il controllo e la ricchezza. Il fanatico dello sport non si rende conto di essere uno ‘schiavo’.

Non è difficile paragonare costoro agli animali del circo che dopo un addestramento severo e serrato dimenticano il loro habitat naturale e cominciano a saltare e ballare al comando dei loro padroni: sembra quasi che accettino la schiavitù, diventando una parodia della loro vera essenza naturale.

In altre parole, la nascita del fanatismo sportivo, e dei ricavi ad esso associati, è voluta e manipolata. L’èlite, a quanto pare, approfitta del largo consenso suscitato dallo sport (come per la musica), costringendo le persone ad interessarsi primariamente di calcio, piuttosto che di cultura, politica, economia, diritti e arte, tutte attività che elevano l’animo dell’uomo. Quali sentimenti suscita invece uno sport così concepito? Rabbia, odio, violenza, istupidimento, volgarità e divisione.

Fonte:
ilnavigatorecurioso.it

 

 

Il lupo perde il pelo ma non il vizio – Salvatore Paladino

Parliamo di Ignazio di Loyola e assassini della chiesa, di Papa Francesco, di gay e tanto altro come solo Salvatore sa spaziare con argomentazioni…

 

Regnanti di ieri e oggi…. popoli del mondo vi fate prendere ancora per il culo?!!
Svegliatevi e ribellatevi!!!

Il messaggio più significativo di ogni tempo – Charlie Chaplin e il Discorso all’Umanità

Il grande dittatore (titolo originale The Great Dictator) è un film statunitense del 1940 diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin.
Questo è il discorso finale, Il Discorso all’Umanità:

 

Mi dispiace. Ma io non voglio fare l’imperatore. No, non è il mio mestiere. Non voglio governare, né conquistare nessuno; vorrei aiutare tutti se è possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi, esseri umani, dovremmo aiutarci sempre; dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro.

In questo mondo c’è posto per tutti: la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi; la vita può essere felice e magnifica.

Ma noi lo abbiamo dimenticato.

L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotto a passo d’oca a far le cose più abiette.

Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi; la macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà; la scienza ci ha trasformato in cinici; l’abilità ci ha resi duri e cattivi.

Pensiamo troppo e sentiamo poco.

Più che macchinari, ci serve umanità.

Più che abilità, ci serve bontà e gentilezza.

Senza queste qualità, la vita è violenza, e tutto è perduto. L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti. La natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne , bambini disperati.

Vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.

A coloro che mi odono, io dico: non disperate, l’avidità che ci comanda è solamente un male passeggero. L’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano, l’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo.

E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.

Soldati! Non cedete a dei bruti! Uomini che vi sfruttano! Che vi dicono come vivere! Cosa fare! Cosa dire! Cosa pensare! Che vi irreggimentano! Vi condizionano! Vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un’anima!

Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore.

Voi non siete macchine, voi non siete bestie, siete uomini!

Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore. Voi non odiate coloro che odiano solo quelli che non hanno l’amore altrui.

Soldati! Non difendete la schiavitù! Ma la libertà!

Ricordate,

Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere: mentivano, non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. I dittatori forse son liberi perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere! Eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza! Combattiamo per un mondo ragionevole; un mondo in cui la scienza e il progresso, diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!

 

 

Matt Damon cita Howard Zinn – Il nostro problema è l’obbedienza civile

L’attore Matt Damon cita un testo del 1970 di Howard Zinn (attivista per i diritti civili e difensore delle classi più disagiate, scomparso nel 2010).

 

“Parto dal presupposto che il mondo è messo a testa in giù e che tutte le cose sono sbagliate. Che molte persone giuste sono in carcere e molle persone sbagliate sono fuori di prigione. Che molte persone sbagliate sono al potere e molte persone giuste sono oppresse dal potere. Che la ricchezza in questo paese e in tutto il mondo è organizzata in modo tale, che non richiede una piccola riforma, ma una drastica redistribuzione. Noi non parliamo abbastanza di queste cose, tutto quello che dobbiamo fare è semplicemente pensare all’attuale stato del mondo, così ci renderemo conto che tutto è capovolto.

Se non  prendiamo coscienza, ma ascoltiamo soltanto la televisione e leggiamo soltanto i giornali, inizieremo a pensare che tutte queste cose non sono poi così sbagliate o che ci sono solo alcune piccole cose sbagliate. Ma se soltanto proviamo ad allontanarci da questi condizionamenti, se facciamo solo un passo indietro e guardiamo il mondo, rimarremo inorriditi. Quindi, dobbiamo partire dal presupposto che le cose siano realmente capovolte a testa in giù.

Non appena diciamo che l’argomento è la disobbedienza civile, allora l’obbedienza civile diventa il nostro problema. Ma non è questo il nostro problema. Il nostro problema è l’obbedienza civile. Il nostro problema è il numero di persone in tutto il mondo che hanno obbedito ai loro governi e sono andati in guerra e milioni di persone sono state uccise a causa di questa obbedienza.

Lo abbiamo visto in Germania sotto il nazismo. Sappiamo che c’è stato un problema di obbedienza, che la gente ascoltava Hitler. Le persone hanno obbedito. “Era sbagliato, dovevano trovare un motivo e resistere. Anche nella Russia di Stalin, il popolo obbediva, e possiamo capirlo. Tutte queste persone erano come un gregge obbediente. Vi ricordate i vecchi tempi del feudalesimo, in cui le persone erano sfruttate? A quel tempo in tutto il Medio Evo era orribile, ma ora abbiamo la civiltà occidentale, lo stato di diritto. Lo Stato di diritto ha introdotto delle regole che esistevano prima della sua comparsa, massimizzando l’ingiustizia. Questo è ciò che ha fatto lo Stato di diritto.

In tutti i paesi del mondo, lo stato di diritto è uno dei preferiti dai leader, ma una piaga per il popolo. Stiamo iniziando a riconoscere questo fatto. Si tratta di un impegno internazionale per la legge e l’ordine che lega in modo amichevole i leader di tutti i paesi e in questo modo sono al riparo dai vincoli.

Ecco perché siamo sempre così sorpresi quando si incontrano, ridono e si stringono la mano.

Quello che stiamo cercando di fare è ritornare ai princìpi, agli obiettivi e allo spirito della Dichiarazione di Indipendenza. Questo è lo spirito di resistenza all’autorità e ai suoi poteri, che privano le persone del diritto alla vita, della libertà e della felicità. Perciò, se sussistono queste circostanze è necessario  che l’attuale forma di governo venga modificata o conclusa, ma il termine giusto sarebbe: abolita.

Tuttavia, al fine di esercitare i princìpi della Dichiarazione di Indipendenza, abbiamo bisogno di cambiare le regole relative alla distribuzione delle risorse e le leggi che gettano in prigione il popolo per piccoli reati e tengono invece fuori di prigione le persone che hanno commesso crimini enormi.

La mia speranza è che questo spirito si svilupperà non solo in questo paese, ma anche in altri paesi, perché tutti ne abbiamo bisogno. I popoli di ogni Paese hanno il pieno diritto di esercitare la disobbedienza civile, non si tratta di una questione metafisica, ma di una questione di potere e ricchezza. Abbiamo bisogno di “Dichiarazione di interdipendenza” tra le persone di tutti i paesi del mondo, che si sforzano per ottenere la stessa cosa. “

 

OVERTHINKING: COME LIBERARSENE?

overthinking

di Carolina Lambiase

L’ “Overthinking”, letteralmente pensare troppo o rimuginare, è un fenomeno in forte crescita nella nostra società. Il pensiero ossessivo è difficile da controllare; esistono persone maggiormente soggette rispetto ad altre… La medicina cinese attribuisce questo fenomeno ai soggetti le cui caratteristiche materiali e spirituali evidenziano una prevalenza dell’elemento terra; queste persone presentano una predominanza di tutte quelle attività legate alla loggia energetica stomaco milza pancreas. Organi che, quando non sono in equilibrio,possono causare sentimenti di ansia, preoccupazione e un’attività di pensiero eccessiva e senza freni.

Nel campo psicologico sono in molti a ritenere l’overthinking una piaga dell’età moderna legata all’insicurezza e confusione che la stessa società ha creato, bombardando i singoli individui di informazioni e schemi precostituiti; condizioni che possono generare una negatività tale begli individui da ripercuotersi persino sul modo di pensare. La psicologa e naturopata Kelly Neff suggerisce 8 modi per eliminare questa attitudine dalla nostra mente e dalla nostra vita:

 

  1. Ammettere di avere un problema

Il primo passo verso la guarigione è riconoscere il problema. Se si ha la sensazione di non riuscire a uscire da quel flusso di pensieri tanto da sentirsi frustrati ed infelici, siete in overthinking! Non lasciate semplicemente passare il momento; agite per uscirne!

 

  1. Perdonati: I nostri cervelli sono calibrati in questo modo

La colpa di questo rimuginare continuo non è nostra! La cosa più sbagliata che si possa fare è pensare di avere un problema; il cervello è naturalmente predisposto a un’attività di pensiero elevata. Susan Nolen-Hoeksema, esperta in questo campo sostiene che“il nostro cervello è impostato per poter pensare molto”, perché i nostri pensieri e ricordi sono intrinsecamente tessuti insieme, non divisi in compartimenti stagni. Così, quando si è sotto stress o semplicemente di cattivo umore, un pensiero triste può essere la scintilla che scatena un incendio di negatività. La capacità di interconnessione “a ragnatela” del nostro cervello è proprio la benzina che fa aumentare tale negatività. Ma naturalmente a tutto c’è un rimedio…

 

  1. Respira

La prima cosa da fare è la più semplice e naturale: respirare. La respirazione aiuterà ad allentare la pressione e a riconnetterci con la Madre Terra. A volte capita che la pressione causata da tutti questi pensieri metta a dura prova anche le attività più naturali come respirare; la frustrazione fa sì che il respiro diventi affannoso, inoltre la mancanza di ossigeno al cervello può portare ad un ulteriore stato confusionale. Quando questo accade mettetevi sdraiati, ispirate con il naso ogni due secondi ed un espirate con la bocca 10 minuti minimo. Tramite questa tecnica di respirazione potrete condurre mente corpo in uno stato di relax assoluto… Un gesto semplice che aiuta a diminuire l’anidride carbonica nel sangue con effetti benefici sul sistema surrenale e sull’ossessività del pensiero.

 

  1. Parla di meno, scrivi di più

Tanti “over-pensatori”, in particolare le donne, credono che parlare  per “buttare fuori”le proprie paturnie possa essere la risoluzione, ma in realtà raramente ha un effetto benefico, di solito peggiora le cose, in particolare se di fronte si ha un’altra persona che tendente all’overthinking, in questo caso il pensiero negativo di uno influenzerà l’altro e viceversa ed alla fine avrete solamente accumulato altra negatività.

È importante esternare i propri problemi(come abbiamo detto nel primo punto in particolare ammettere di avere un problema) e la scrittura è il metodo migliore. Con questo metodo, mettendo su carta tutto ciò che gira in modo confusionario nella vostra mente, avrete l’opportunità di ordinarlo.

 

  1. Pratica sport o un hobby… tieniti impegnato!

L’esercizio fisico è il modo migliore per scaricare ansia e negatività. Naturalmente “mens sana in corpore sano”;tenere occupati corpo e mente in attività d’apprendimento o creativa può essere di grande aiuto! Fate ciò che credete più giusto per sentirvi meglio, osate. Sono in molti a sostenere che le persone soggette ad “overthinking” sono anche le più creative! Potreste scoprire doti che non pensavate neanche di avere e trovarvi in contesti che sentite più vostri rispetto alla situazione angusta di partenza.

 

  1. Medita per raggiungere la consapevolezza

Lao Tzu disse che “se si è depressi si vive nel passato, se siete ansiosi di vivere in futuro, e se si è in pace si vive nel presente.” L’essere umano è sempre incline al pensiero verso ieri e ancora di più a quello verso domani, senza rendersi conto che l’unico momento che può essere vissuto realmente è oggi. Questo continuo protrarsi verso il futuro oppure indietreggiare verso il passato rende infelici e negativi.

La meditazione può aiutare ad acquisire quella consapevolezza che permette di vivere il presente con pace e serenità; a tal proposito è consigliata “la pratica della consapevolezza”,una forma di meditazione in cui ci si concentra sul momento presente senza giudizio. Questa tecnica suggerisce di accettare e riconoscere i pensieri negativi per poi lasciarli andare.

 

  1. Circondati dell’universo

Quando ci preoccupiamo, stiamo essenzialmente sperando di controllare il flusso della vita. Le filosofie orientali sostengono che ciò che accade nella vita sia già stato scelto come percorso dalla nostra anima. Dunque ciò che viviamo in realtà è stato già scelto in passato per far sì che imparassimo qualcosa e il nostro “io” cosciente non deve far altro che accettare il flusso della vita per vivere serenamente.

Lasciate andare le preoccupazioni! Tenerle strette non servirà a risolvere i problemi. Abbracciate le leggi dell’universo e amate ogni momento. E’ una forma di liberazione e di pace; significa che si è disposti ad avere fiducia che tutto ciò che accade abbia un tempo e luogo giusto: la convinzione che si è esattamente dove si deve essere senza preoccuparsi del peso della giustizia o meno delle cose.

 

  1. La realtà è una nostra creazione. Non averne paura!

Dobbiamo essere consapevoli della forza dei nostri pensieri. Se si ha ossessivamente paura di perdere qualcosa, in realtà si sta aumentando la probabilità che questo accada. La paura non è uno scudo difensivo verso i problemi, ma il modo migliore per farci logorare da questi. Più energia si invia in quella direzione, più è probabile che le cose temute accadano. La legge di attrazione ci insegna che noi creiamo la nostra realtà attirandola tramite i pensieri. Quindi il passo più importante per allontanarsi da tutta questa negatività, è imparare a pensare in maniera felice! Pensate in grande, ogni volta che un tarlo vi opprime la testa pensate alla cosa che vi rende più felici e subito dopo a quella che vorreste davvero. Non abbiate paura di vivere le vostre preoccupazioni; la capacità che ha il vostro cervello di essere così concentrato è affascinante, imparate a trarne il massimo.

Abbandonate gli schematismi mentali e i preconcetti ed amate ciò che siete, amate ciò che fate e ancora di più amate la capacità che avete di poter cambiare voi stessi.

 

Fonte:
dionidream.com

 

 

Puoi veramente cambiare il DNA, ecco come! il determinismo genetico è una teoria sbagliata!

DNA-occhio

di Carolanne Wright

Se credete di essere in balia del vostro codice genetico, una grande notizia, non lo siete. Secondo la scienza dell’epigenetica (lo studio di come i fattori ambientali al di fuori del DNA influenzano i cambiamenti nell’espressione genica), le cellule staminali e anche il DNA possono essere modificati attraverso campi magnetici, coerenza cardiaca, stati mentali positivi e intenzione. Importanti scienziati di tutto il mondo concordano: il determinismo genetico è una teoria sbagliata.

 

Smettetela di credere di essere vittime genetiche

Il DNA con cui nasciamo con non è l’unico fattore determinante per la nostra salute e il nostro benessere. Il biologo di cellule staminali Bruce Lipton, Ph.D., parla della differenza tra il determinismo genetico e l’epigenetica in un’intervista con la rivista Super Coscienza:

“La differenza tra questi due è significativa perché questa convinzione fondamentale chiamata determinismo genetico letteralmente significa che la nostra vita, che è definita come le nostre caratteristiche fisiche, fisiologiche e comportamentali, emotive è controllata dal codice genetico. Questo tipo di sistema di credenze fornisce un’immagine di persone vittime: se i geni controllano la nostra funzione vitale, allora le nostre vite vengono controllate da cose al di fuori della nostra capacità di cambiarle. Questo porta al vittimismo che ci fa credere che le malattie presenti nelle famiglie vengono propagate attraverso il passaggio di geni associati con tali attributi. Prove di laboratorio mostrano che questo non è vero.”

La teoria di Lipton è confermata da Carlo Ventura, MD, Ph.D., professore e ricercatore presso l’Università di Bologna in Italia. Il Dr. Ventura ha dimostrato attraverso test di laboratorio che il DNA delle cellule staminali può essere modificato utilizzando le frequenze del campo magnetico.

È come una macchina del tempo. Stai riprogrammando in qualche modo a ritroso queste cellule in uno stato di incertezza in cui è in qualche modo possibile qualsiasi tipo di decisione; anche la scelta di diventare qualsiasi tipo di cellula dell’organismo. E basti pensare all’enorme potenziale di questa scoperta.

Egli aggiunge che due scienziati vincitori del Premio Nobel hanno scoperto anche “che le cellule adulte possono essere riprogrammate epigeneticamente indietro ad uno stato in cui possono eventualmente dare origine a cellule nervose, cellule cardiache, cellule muscolari scheletriche o cellule che producono insulina.”

l-esercizio-modifica-il-DNA


La modifica del DNA attraverso l’intenzione

Secondo l’Istituto di HeartMath a Boulder Creek, California, l’epigenetica ha a che fare con molto più che il DNA, il nostro ambiente e le esperienza di vita. Dopo due decenni di studio, i ricercatori hanno scoperto che fattori come l’amore e l’apprezzamento o ansia e la rabbia influenzano anche la programmazione di una persona. In un esperimento, determinati partecipanti sono stati in grado di cambiare il DNA con stati mentali positivi.

Un individuo in possesso di tre campioni di DNA è stato portato a generare una coerenza cardiaca – uno stato benefico di equilibrio e armonia mentale, emotiva e fisica – con l’ausilio di una tecnica che utilizza la respirazione del cuore HeartMath e le emozioni positive intenzionali. L’individuo è riuscito, come da istruzioni, intenzionalmente e contemporaneamente a rilassare due dei campioni di DNA di diversa misura e lasciare il terzo invariato.

I volontari del gruppo di controllo che avevano bassa coerenza cardiaca non sono stati in in grado di alterare il DNA.

vegetali


Una dieta nutriente quantistica

Se vogliamo nutrire i nostri corpi a livello cellulare (e non promuovere le malattie), l’istituto raccomanda una dieta ricca di sostanze nutritive quantistiche. Quando siamo stressati o negativi, le nostre riserve energetiche biologiche vengono deviate dal l’importante compito di rigenerare e riparare il corpo. Siamo in grado di contrastare questa fame cellulare, concentrandoci su stati genuini di cura, apprezzamento e amore. Queste emozioni positive migliorano il nostro sistema energetico e alimentano il corpo, anche fino al livello di DNA. HeartMath chiama tali sentimenti positivi “nutrienti quantistici.”

L’istituto offre diversi strumenti gratuiti che aiutano a creare uno stato coerente, in modo rapido e semplice. Due esempi possono essere trovati qui e qui.

 

Attraverso:

ununiverso.altervista.org

 

Fonti Articolo:

http://www.naturalnews.com

http://www.heartmath.org

http://www.superconsciousness.com

http://www.heartmath.org

http://www.heartmath.org

http://item-bioenergy.com

 

Circa l’autrice:
Carolanne crede con entusiasmo che se vogliamo vedere cambiamenti nel mondo, dobbiamo essere il cambiamento. Come nutrizionista, chef di alimenti naturali e coach di benessere, Carolanne ha incoraggiato altri ad abbracciare uno stile di vita sano, organico, di gratitudine e orientamento gioioso per oltre 13 anni. Attraverso il suo sito web Thrive-Living.net lei si collega con altre persone da tutto il mondo che condividono la stessa visione. Segui Carolanne su FacebookTwitter e Pinterest.

 

Chi ha scelto i tuoi genitori?

genitori-figli

di Barbara Gagliano

Si, lo so. E’ capitato anche a te ed è stato duro accettarlo. Molti di noi passano buona parte della propria vita biasimando i propri genitori per gli sbagli che immancabilmente si sono ripercossi sulle nostre vite; sbagli che ci hanno fatto continuamente oscillare tra quello che avremmo potuto essere e che invece non siamo diventati a quello che siamo e che non avremmo voluto essere; ci lamentiamo di non aver fatto nulla di male per meritarci di tutto ciò e, oltretutto, non abbiamo neanche chiesto di essere messi al mondo. Li odiamo, li rimproveriamo, rinfacciamo loro tutto quello che non ci hanno dato e forse un po’ a tutti (chi più, chi meno) sarà capitato di chiedersi se la cicogna non avesse sbagliato indirizzo al momento del recapito.

Ma come stanno veramente le cose? Chi sceglie per noi i nostri genitori al momento della nascita? Se ci dicessero che abbiamo scelto noi stessi i nostri genitori, come cambierebbe il nostro modo di pensare?

Beh, immancabilmente, per chi è estraneo a tale argomento, questo nuovo paradigma ribalterebbe completamente la situazione.

Concordo con la teoria secondo la quale siamo noi a scegliere i nostri genitori. Le lezioni che apprendiamo sembrano combaciare perfettamente con le loro debolezze. Siamo venuti al mondo per imparare lezioni specifiche, necessarie per la nostra evoluzione spirituale. Nel momento in cui decidiamo di incarnarci ci guardiamo intorno alla ricerca della coppia di genitori che rispecchierà i nostri schemi. Così, in realtà, i genitori che abbiamo scelto in questa vita sono una perfetta coppia di esperti di ciò che abbiamo scelto di imparare. Quando cresciamo, tendiamo a puntare il dito contro di loro accusandoli ma in realtà siamo stati noi a sceglierli.

bambino-aeroplano

 

La presa di responsabilità

Innanzitutto, il primo passo interiore che ci viene chiesto una volta presa consapevolezza di aver scelto i nostri genitori, ci impone una profonda presa di responsabilità di fronte a questa realtà: non possiamo più scaricare su qualcun altro la responsabilità per quello che abbiamo dovuto attraversare, per i nostri fallimenti, i nostri problemi, i nostri schemi e via dicendo. Riprendendoci indietro la responsabilità di tutto ciò, ci riprendiamo anche il nostro potere: il potere di cambiare le situazioni che non ci vanno più bene e guarendo noi stessi aiuteremo anche i nostri cari a rimarginare le ferite degli stessi schemi che si portano dietro.

 

Il perdono

Guardare i nostri genitori con nuovi occhi, comprendere che le loro debolezze sono le nostre stesse debolezze, consapevolizzare che nonostante tutto hanno fatto del loro meglio per allevarci in base alla comprensione, alla consapevolezza e alla conoscenza di cui disponevano, ci conduce immancabilmente al perdono verso di loro e, forse, anche verso noi stessi. Il perdono nei loro confronti non solo ci libera dal peso che ci siamo portati dietro in chissà quanti anni di affanni, ma ci permette anche di poter instaurare un rapporto migliore con i nostri genitori e, di conseguenza, anche con i nostri figli.

relazione-genitori-figli

 

Il non-attaccamento

Maturare dentro di noi la consapevolezza di aver scelto i nostri genitori ci conduce, oltretutto, a guardare anche i nostri figli con occhi nuovi. I nostri figli non ci appartengono, non siamo noi che abbiamo scelto di metterli al mondo, ma siamo solo i “custodi” di meravigliose creature che ci hanno scelto come canali d’amore per entrare a far parte di questa umanità.

Questa nuova consapevolezza ci permette non solo di sgravarci dalla responsabilità della loro scelta di essere venuti al mondo ma ci permette anche di amarli nel giusto modo, sgombri da attaccamenti ed aspettative.

☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼☼

Sui figli
di Kahlil Gibran

E una donna che reggeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli.
E lui disse:
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.

Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.

Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farvi simili a voi:
La vita procede e non s’attarda sul passato.
Voi site gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere;
Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell’arco.

 

Fonte:
www.ildiscodifesto.it

 

Le 10 regole del controllo sociale di Noam Chomsky

Noam-ChomskyL’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche.

 

 

 

  1. LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE
  2. PROBLEMA > REAZIONE > SOLUZIONE
  3. STRATEGIA DELLA GRADUALITA’
  4. STRATEGIA DEL DIFFERIRE
  5. RIVOLGERSI AL PUBBLICO COME AI BAMBINI
  6. USARE L’ASPETTO EMOTIVO MOLTO PIU’ DELLA RIFLESSIONE
  7. MANTENETE IL PUBBLICO NELL’IGNORANZA E NELLA MEDIOCRITA’
  8. STIMOLARE IL PUBBLICO AD ESSERE COMPIACENTE CON LA MEDIOCRITA’
  9. RAFFORZARE L’AUTOCOLPEVOLEZZA
  10. CONOSCERE GLI INDIVIDUI MEGLIO DI QUANTO LORO STESSI SI CONOSCONO