E’ lo sport del calcio il nuovo strumento di controllo degli Illuminati?

Qualcuno le chiama “armi di distrazione di massa”, passatempi ricreativi per distogliere l’attenzione delle masse dalle nefandezze messe in opera dall’èlite che governa il pianeta e acquietarne il desiderio di uguaglianza e giustizia. Il calcio, il gioco-idolo dell’età contemporanea, si presta perfettamente a questo scopo. Con il suo giro di affari che si aggira sui 9 miliardi di euro annui, il calcio intrattiene e distrae circa 40 milioni di Italiani.

tifosi-fanatici In fondo che cos’è il calcio? Un gruppo di 22 persone, suddiviso in due sottogruppi, che rincorrono una palla prendendola a calci su un prato per 90 minuti.

Intorno ad essi ci sono circa 80 mila persone che li guardano per due ore, più milioni di persone che li guardano in televisione.

Poi qualche partita spesso finisce sulle prime pagine dei giornali, alimentando discussioni e pettegolezzi per giorni e giorni.

Fin qui nulla di male. Certamente tutti gli sport sono divertenti da giocare e divertenti da guardare. Eppure, se si distoglie per un attimo lo sguardo dalla sua valenza ludica, si avverte quasi una sorta di regia occulta finalizzata a rendere il gioco del calcio uno dei maggiori business internazionali e un raffinato anestetico sociale.

Secondo i dati diffusi dalla lega calcio, i ‘sostenitori’ italiani del gioco del calcio sono circa 37 milioni di persone, i quali contribuiscono, con soldi propri, ad alimentare un giro di affari (compreso l’indotto) che si aggira sui 7,5 miliardi di euro, quasi il 5% del PIL italiano. Degli 8 miliardi raccolti dalle scommesse, quasi il 90% delle puntate deriva dal calcio. Lo stato italiano, dall’industria del calcio, ricava più di 1 miliardo di euro.

tifoseria italiana

Per farsi un’ulteriore idea sul denaro che gira nel mondo del gioco del calcio, basta guardare la classifica dei 10 giocatori più pagati in Italia, i quali raccolgono da soli 34,7 milioni annui di stipendio.

giocatori più pagati in italia

Se i dati economici sono impressionanti, quello che sconcerta davvero è il fenomeno della tifoseria, o meglio, di quello che può definirsi a tutti gli effetti il ‘fanatismo calcistico’. I tifosi sono ovunque, provengono da ogni fascia socio-economica e sembrano moltiplicarsi di anno in anno.

Essi permettono che una partita di calcio condizioni le loro scelte di vita, regolando il loro tempo libero sui giorni e gli orari delle gare. Tutto sembra secondario: vita di coppia, educazione dei figli, acculturazione, aria aperta, vita sociale. Il primato spetta al nuovo idolo dei tempi moderni: il Dio Calcio che non ammette di essere messo in secondo piano.

Nonostante la grande maggioranza dei seguaci del culto del calcio appartenga alla classe impiegatizia e operaia, piuttosto che scandalizzarsi dei milionari compensi delle 22 persone che stanno in mezzo al campo, questi contribuiscono con una parte del loro stipendio ad alimentarne il business in nome della passione per la squadra di calcio della propria città, che per il 95% è formata da gente che proviene o da altre città italiane, o addirittura dall’estero . E allora per cosa tifano?

Molti degli appassionati di calcio conoscono perfettamente il nome di ogni singolo giocatore, sa esattamente quali sono le sue caratteristiche di gioco e sa perfettamente cosa sia successo in ogni singolo istante di una partita, dall’inizio fino alla fine. Per questi lo sport è più che un intrattenimento: è una ragione di vita. Con le nuove generazioni, il numero dei fanatici sportivi sembra aumentare in modo esponenziale.

Ancor più misterioso è l’interesse che segue quello che è successo sul prato nei 90 minuti di gioco. Per un’intera settimana, giornali e trasmissioni televisive discutono di quanto è avvenuto nel corso della partita, dando copiosi argomenti alle persone per discutere intere ore di… un gioco! E’ come se dopo una tornata di nascondino, i partecipanti discutessero delle varie strategie adottate durante il gioco. Magari litigando e spendendo soldi… ci si divertirebbe ancora così?

Infine, il fenomeno che più sconcerta e lascia interdetti è la violenza che il calcio è in grado di generare nell’animo dei tifosi. C’è la violenza manifesta, messa in opera da persone che in nome di un simbolo (quello delle squadra) che nemmeno gli appartiene, sfascia interi pezzi di città, si scontra con i propri avversari (per non dire nemici) dandosele di santa ragione. Spesso si finisce in ospedale e qualche volta all’obitorio. Ogni partita porta dietro di sé lo strascico di quello che viene definito ‘tifo violento’.

invasione-di-campo

Ma c’è anche la violenza più sottile e strisciante delle cosiddette persone perbene, le quali pur non tirando sassi o sfasciando vetrine, non disdegna violenti improperi verbali generati da un animo esasperato, oppure mirabolanti bestemmie che lasciano a bocca aperta anche gli atei più ferventi.

L’obiettivo sembra essere quello di dividere. Dice un vecchio adagio latino “dividi et impera”! Potrebbe essere proprio questo l’obiettivo malcelato degli Illuminati? Dividere ed esasperare gli animi del popolo per evitare che scatenino la loro frustrazione contro il potere (da loro) costituito?

Ma come ha fatto il calcio a diventare così popolare tra tutte le classi della società? Per cercare di comprendere il fenomeno bisogna fare un balzo indietro nel tempo. La patria del calcio moderno è l’Inghilterra, e in particolare, i college britannici. Il calcio nacque infatti intorno al 1870 come sport riservato esclusivamente all’élite aristocratiche ed economiche del paese: il football fu inizialmente praticato dai giovani delle scuole più ricche e delle università.

Curiosamente, uno sport destinato ai ricchi aristocratici, nei pochi anni successivi si è poi diffuso a macchia d’olio alle bassi classi popolari ed operaie delle periferie industriali. E come se improvvisamente i contadini cominciassero ad interessarsi al gioco del polo. Eppure, questo passaggio immediato del calcio dalla classe più alta alla classe più bassa della società non è avvenuto senza uno scopo.

Prima che si affermassero l’era industriale, le nuove tecnologie e le fabbriche, gli uomini vivevano generalmente della loro terra. La rivoluzione industrialecomportò un generale stravolgimento delle strutture sociali, attraverso una impressionante accelerazione di mutamenti che portò nel giro di pochi decenni alla trasformazione radicale delle abitudini di vita, dei rapporti fra le classi sociali, e anche dell’aspetto delle città.

Nasce così la classe operaia che riceve, in cambio del proprio lavoro e del tempo messo a disposizione per il lavoro in fabbrica, un salario. Sorge anche il capitalista industriale, imprenditore proprietario della fabbrica e dei mezzi di produzione, che mira a incrementare il profitto della propria attività.

Alla fine del 19° secolo, c’era qualcosa che si diffondeva molto rapidamente nelle classi operaie europee: il movimento operaio generato dalla ribellione alle pessime condizioni lavorative. Queste associazioni si ponevano generalmente l’obiettivo di migliorare – attraverso le lotte sociali e le riforme – i salari e le condizioni di vita chiedendo, fra l’altro, la riduzione dell’orario lavorativo e la tutela del lavoro minorile e femminile. Tutto ciò minava alla base lo strapotere dei capitalisti industriali e dell’èlite al potere.

Ed è in questo contesto che il gioco del calcio, meraviglie delle meraviglie, è diventato popolare. L’idea di fondo era quella di distogliere la rabbia dei lavoratori dalla schiavitù industriale e dai ricchi capitalisti, creando una serie di squadre cittadine che si sfidassero in un gioco-sport capace di sublimare la frustrazione degli operai e sfogare l’aggressività nei confronti degli avversari. A distanza di più di un secolo, possiamo affermare che la missione è riuscita perfettamente.

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Viene da chiedersi allora se la passione sportiva sia un fenomeno naturale, o se gli appassionati siano indotti a desiderare lo sport? Il fanatismo sportivo è stato creato dall’èlite al potere per distrarre le persone mentre saccheggiano i nostri diritti e la nostra libertà, istupidiscono i nostri figli e devastano il nostro patrimonio naturale, culturale ed economico. Utilizzando tecniche di ‘distrazione di massa’, questi venditori di fumo focalizzano l’attenzione del pubblico altrove, mentre compiono il loro saccheggio.

E’ ovvio che non è lo sport in quanto tale ad essere il problema, ma il modo in cui viene manipolato da questa gente senza scrupoli, il cui solo obiettivo vitale è il potere, il controllo e la ricchezza. Il fanatico dello sport non si rende conto di essere uno ‘schiavo’.

Non è difficile paragonare costoro agli animali del circo che dopo un addestramento severo e serrato dimenticano il loro habitat naturale e cominciano a saltare e ballare al comando dei loro padroni: sembra quasi che accettino la schiavitù, diventando una parodia della loro vera essenza naturale.

In altre parole, la nascita del fanatismo sportivo, e dei ricavi ad esso associati, è voluta e manipolata. L’èlite, a quanto pare, approfitta del largo consenso suscitato dallo sport (come per la musica), costringendo le persone ad interessarsi primariamente di calcio, piuttosto che di cultura, politica, economia, diritti e arte, tutte attività che elevano l’animo dell’uomo. Quali sentimenti suscita invece uno sport così concepito? Rabbia, odio, violenza, istupidimento, volgarità e divisione.

Fonte:
ilnavigatorecurioso.it

 

 

Matt Damon cita Howard Zinn – Il nostro problema è l’obbedienza civile

L’attore Matt Damon cita un testo del 1970 di Howard Zinn (attivista per i diritti civili e difensore delle classi più disagiate, scomparso nel 2010).

 

“Parto dal presupposto che il mondo è messo a testa in giù e che tutte le cose sono sbagliate. Che molte persone giuste sono in carcere e molle persone sbagliate sono fuori di prigione. Che molte persone sbagliate sono al potere e molte persone giuste sono oppresse dal potere. Che la ricchezza in questo paese e in tutto il mondo è organizzata in modo tale, che non richiede una piccola riforma, ma una drastica redistribuzione. Noi non parliamo abbastanza di queste cose, tutto quello che dobbiamo fare è semplicemente pensare all’attuale stato del mondo, così ci renderemo conto che tutto è capovolto.

Se non  prendiamo coscienza, ma ascoltiamo soltanto la televisione e leggiamo soltanto i giornali, inizieremo a pensare che tutte queste cose non sono poi così sbagliate o che ci sono solo alcune piccole cose sbagliate. Ma se soltanto proviamo ad allontanarci da questi condizionamenti, se facciamo solo un passo indietro e guardiamo il mondo, rimarremo inorriditi. Quindi, dobbiamo partire dal presupposto che le cose siano realmente capovolte a testa in giù.

Non appena diciamo che l’argomento è la disobbedienza civile, allora l’obbedienza civile diventa il nostro problema. Ma non è questo il nostro problema. Il nostro problema è l’obbedienza civile. Il nostro problema è il numero di persone in tutto il mondo che hanno obbedito ai loro governi e sono andati in guerra e milioni di persone sono state uccise a causa di questa obbedienza.

Lo abbiamo visto in Germania sotto il nazismo. Sappiamo che c’è stato un problema di obbedienza, che la gente ascoltava Hitler. Le persone hanno obbedito. “Era sbagliato, dovevano trovare un motivo e resistere. Anche nella Russia di Stalin, il popolo obbediva, e possiamo capirlo. Tutte queste persone erano come un gregge obbediente. Vi ricordate i vecchi tempi del feudalesimo, in cui le persone erano sfruttate? A quel tempo in tutto il Medio Evo era orribile, ma ora abbiamo la civiltà occidentale, lo stato di diritto. Lo Stato di diritto ha introdotto delle regole che esistevano prima della sua comparsa, massimizzando l’ingiustizia. Questo è ciò che ha fatto lo Stato di diritto.

In tutti i paesi del mondo, lo stato di diritto è uno dei preferiti dai leader, ma una piaga per il popolo. Stiamo iniziando a riconoscere questo fatto. Si tratta di un impegno internazionale per la legge e l’ordine che lega in modo amichevole i leader di tutti i paesi e in questo modo sono al riparo dai vincoli.

Ecco perché siamo sempre così sorpresi quando si incontrano, ridono e si stringono la mano.

Quello che stiamo cercando di fare è ritornare ai princìpi, agli obiettivi e allo spirito della Dichiarazione di Indipendenza. Questo è lo spirito di resistenza all’autorità e ai suoi poteri, che privano le persone del diritto alla vita, della libertà e della felicità. Perciò, se sussistono queste circostanze è necessario  che l’attuale forma di governo venga modificata o conclusa, ma il termine giusto sarebbe: abolita.

Tuttavia, al fine di esercitare i princìpi della Dichiarazione di Indipendenza, abbiamo bisogno di cambiare le regole relative alla distribuzione delle risorse e le leggi che gettano in prigione il popolo per piccoli reati e tengono invece fuori di prigione le persone che hanno commesso crimini enormi.

La mia speranza è che questo spirito si svilupperà non solo in questo paese, ma anche in altri paesi, perché tutti ne abbiamo bisogno. I popoli di ogni Paese hanno il pieno diritto di esercitare la disobbedienza civile, non si tratta di una questione metafisica, ma di una questione di potere e ricchezza. Abbiamo bisogno di “Dichiarazione di interdipendenza” tra le persone di tutti i paesi del mondo, che si sforzano per ottenere la stessa cosa. “

 

ESSI VIVONO, NOI DORMIAMO

Essi vivono’ è un film di fantascienza degli anni 80 che include alieni, un lottatore della WWF e un sacco di occhiali da sole. Mentre, a prima vista, la pellicola può sembrare un calderone pieno di sciocchezze, ‘Essi vivono’ comunica in realtà un forte messaggio riguardo l’élite e l’utilizzo dei mass media per controllare le masse. Il film descrive ciò che noi chiamiamo illuminati? Questo articolo esaminerà il significato più profondo dello strano, ma affascinante film di John Carpenter. Guardare “Essi Vivono” è una esperienza conflittuale. Si tratta di una strana combinazione tra messaggi che aprono la mente e una fiacca recitazione, un potente commento sociale, con gli effetti speciali di un B-movie degli anni ’50.

Tutto ciò fa costantemente oscillare l’opinione degli spettatori da “Wow, che genialata!” a “Semplicemente banale!”, è difficile valutare correttamente il film da un punto di vista cinematografico. Tuttavia, il “messaggio” in esso contenuto è oro allo stato puro. Basato sul racconto di Ray Nelson “Eight O’Clock In The Morning“, il film è una di quelle rare storie sovversive che costringe gli spettatori a mettere in discussione il loro mondo e la realtà che li circonda. Perché, nonostante il fatto che il film parli di spaventosi alieni, comunica agli spettatori verità che vengono a malapena accennate nei film “normali”. In effetti, analizzando più a fondo la trama, ci si potrebbe rendere conto che vi sia più “scienza” che “fiction” nella storia di Essi vivono… soprattutto quando uno possiede “occhiali da sole che vedono la verità”.

L’eroe del film, interpretato dal wrestler Rowdy Roddy Pipper WWF, è un vagabondo che apparentemente non ha nome. Nella storia breve e nei crediti del film, viene indicato col nome di Nada, che significa ‘niente’ in spagnolo. Mentre questo niente senza nome soffre ed è senza casa, riesce, nonostante tutto, a portare alla luce il governo segreto alieno che controlla il mondo. Come c’è riuscito? Con l’unica cosa di cui avesse bisogno: La Verità. Ah beh, anche con delle armi. Ne usa un sacco durante il film. Una cosa da sottolineare è il fatto che Nada, nonostante avessero tentato di metterlo a tacere più volte, in cambio di “generose ricompense”, mantenne la sua integrità e non accettò mai di svendersi agli alieni. Per finire il film è pieno di perle di saggezza.

 

film completo:
http://www.tanker-enemy.tv/they-live.htm

 

Affrontare la vita ♫ Senza paura ♫ Vinicius de Moraes, Toquinho e Ornella Vanoni

 

 

Ma come fai quando tu sei bambino

a prendere coraggio e fede nel destino

se papà ti mette per castigo al buio

poi di notte a letto “zitto che c’è il lupo,

zitto che c’è il lupo, zitto che c’è il lupo”

E la mamma dice “chiamo l’uomo nero

chiamo il babau ti mangia tutto intero

nella notte scura ti fa la puntura

ti fa la puntura ti fa la puntura”

 

Ma passa per il buio senza paura

 

Poi all’improvviso ti arriva l’età

di amare follemente l’uomo che non va

non c’è via d’uscita né di qua né di là

tuo padre griderà tua madre pregherà

tua madre pregherà tua madre pregherà

L’amante poi si butta giù dal fabbricato

perché quello che è facile diventa complicato

dato che la vita è dura che la vita è dura

che la vita è dura

 

Ma passa per l’amore senza paura

 

Il pericolo c’è fa parte del gioco

tu non farci caso se no vivi poco

tieni sempre duro comincia di nuovo

comincia di nuovo comincia di nuovo

Anche per la strada tu stai rischiando

stai soprappensiero stai rimuginando

passa la vettura della spazzatura

ed il conducente aumenta l’andatura

aumenta l’andatura aumenta l’andatura

 

Ma va per la tua strada senza paura

 

Ed un bel giorno di qualunque settimana

ed un bel giorno di qualunque settimana

battono alla porta battono alla porta

è un telegramma lei ti sta chiamando

è un telegramma lei ti sta chiamando

Per uno viene presto per l’altro tardi

comunque presto o tardi tranquilla e sicura

viene senza avviso viene e ti cattura

viene e ti cattura viene e ti cattura

 

ma passa per la morte senza paura

ma passa per il buio senza paura

ma passa per l’amore senza paura

ma va per la tua strada senza paura

ma passa per la morte senza paura

 

 

Fonti:
angolotesti.it
it.wikipedia.org

 

 

Mark Zuckerberg è nipote di David Rockefeller. La sua vera identità è Jacob Greenberg

Mark-Zuckerberg-nipote-di-David-Rockefeller

Secondo “The tap blog”, un collettivo di ricercatori e scrittori che hanno unito le forze per distribuire informazioni e notizie che solitamente sono evitate dai media ufficiali di tutto il mondo, Jacob Greenberg fu arrestato per possesso di marijuana (scheda segnaletica nella foto sopra).

In seguito all’arresto fu rivelato che il giovane potesse essere effettivamente l’uomo il che mondo conosce come Mark Zuckerberg.

Tra i membri della sua famiglia spicca un nome importante, suo nonno, David Rockefeller. Si è venuto poi a sapere che la famiglia  Rothschild detiene l’8% delle azioni facebook. Sia Rothschild che Rockefeller sono nomi ben noti e associati all’élite del Governo Mondiale.

L’altro suo nonno risulta essere…. Greenberg … amministratore delegato di AIG (grande società di assicurazioni statunitense con sede a New York).

Inoltre Facebook è stata finanziata con 500 milioni dollari da una banca di proprietà della CIA.

Anagrammando il suo nome scopriamo che Zuckerberg significa ‘montagna di zucchero‘.

Questa è la loro parola segreta per Facebook, non c’è dubbio. Una montagna di informazioni da cui si possono ricavare miliardi e monitorare circa 500 milioni di persone che volontariamente si sono schedate all’interno del Social Network e che quotidianamente esprimono i propri pensieri e manifestano i propri malumori.

Quale migliore strumento di controllo dell’elite? 

Probabilmente il film “The Social Network” è servito per fissare nella gente una falsa storia…

The-Social-Network

Non arrivi a 500 milioni di AMICI senza avere un santo in paradiso…

 

Fonti:
falsotracciato.blogspot.ch
beforeitsnews.com

 

Chi ha scelto i tuoi genitori?

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di Barbara Gagliano

Si, lo so. E’ capitato anche a te ed è stato duro accettarlo. Molti di noi passano buona parte della propria vita biasimando i propri genitori per gli sbagli che immancabilmente si sono ripercossi sulle nostre vite; sbagli che ci hanno fatto continuamente oscillare tra quello che avremmo potuto essere e che invece non siamo diventati a quello che siamo e che non avremmo voluto essere; ci lamentiamo di non aver fatto nulla di male per meritarci di tutto ciò e, oltretutto, non abbiamo neanche chiesto di essere messi al mondo. Li odiamo, li rimproveriamo, rinfacciamo loro tutto quello che non ci hanno dato e forse un po’ a tutti (chi più, chi meno) sarà capitato di chiedersi se la cicogna non avesse sbagliato indirizzo al momento del recapito.

Ma come stanno veramente le cose? Chi sceglie per noi i nostri genitori al momento della nascita? Se ci dicessero che abbiamo scelto noi stessi i nostri genitori, come cambierebbe il nostro modo di pensare?

Beh, immancabilmente, per chi è estraneo a tale argomento, questo nuovo paradigma ribalterebbe completamente la situazione.

Concordo con la teoria secondo la quale siamo noi a scegliere i nostri genitori. Le lezioni che apprendiamo sembrano combaciare perfettamente con le loro debolezze. Siamo venuti al mondo per imparare lezioni specifiche, necessarie per la nostra evoluzione spirituale. Nel momento in cui decidiamo di incarnarci ci guardiamo intorno alla ricerca della coppia di genitori che rispecchierà i nostri schemi. Così, in realtà, i genitori che abbiamo scelto in questa vita sono una perfetta coppia di esperti di ciò che abbiamo scelto di imparare. Quando cresciamo, tendiamo a puntare il dito contro di loro accusandoli ma in realtà siamo stati noi a sceglierli.

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La presa di responsabilità

Innanzitutto, il primo passo interiore che ci viene chiesto una volta presa consapevolezza di aver scelto i nostri genitori, ci impone una profonda presa di responsabilità di fronte a questa realtà: non possiamo più scaricare su qualcun altro la responsabilità per quello che abbiamo dovuto attraversare, per i nostri fallimenti, i nostri problemi, i nostri schemi e via dicendo. Riprendendoci indietro la responsabilità di tutto ciò, ci riprendiamo anche il nostro potere: il potere di cambiare le situazioni che non ci vanno più bene e guarendo noi stessi aiuteremo anche i nostri cari a rimarginare le ferite degli stessi schemi che si portano dietro.

 

Il perdono

Guardare i nostri genitori con nuovi occhi, comprendere che le loro debolezze sono le nostre stesse debolezze, consapevolizzare che nonostante tutto hanno fatto del loro meglio per allevarci in base alla comprensione, alla consapevolezza e alla conoscenza di cui disponevano, ci conduce immancabilmente al perdono verso di loro e, forse, anche verso noi stessi. Il perdono nei loro confronti non solo ci libera dal peso che ci siamo portati dietro in chissà quanti anni di affanni, ma ci permette anche di poter instaurare un rapporto migliore con i nostri genitori e, di conseguenza, anche con i nostri figli.

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Il non-attaccamento

Maturare dentro di noi la consapevolezza di aver scelto i nostri genitori ci conduce, oltretutto, a guardare anche i nostri figli con occhi nuovi. I nostri figli non ci appartengono, non siamo noi che abbiamo scelto di metterli al mondo, ma siamo solo i “custodi” di meravigliose creature che ci hanno scelto come canali d’amore per entrare a far parte di questa umanità.

Questa nuova consapevolezza ci permette non solo di sgravarci dalla responsabilità della loro scelta di essere venuti al mondo ma ci permette anche di amarli nel giusto modo, sgombri da attaccamenti ed aspettative.

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Sui figli
di Kahlil Gibran

E una donna che reggeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli.
E lui disse:
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.

Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.

Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farvi simili a voi:
La vita procede e non s’attarda sul passato.
Voi site gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere;
Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell’arco.

 

Fonte:
www.ildiscodifesto.it

 

L’inganno e la durezza delle festività

di Aldo De Tata

I-want-you-ti-spend-a-lot-nataleCelebriamo le festività non certo per nostra iniziativa, ma per volere di chi ha deciso per noi, e la cosa più triste è che lo facciamo senza nemmeno rendercene conto. Ci illudono di agevolarci, ma nel contempo ci tolgono la libertà decisionale con odiosi raggiri. Attenendoci alle leggi di una democrazia universale, dovremmo festeggiare quando ne abbiamo voglia e non certo quando ci impongono di farlo.

Che senso ha festeggiare il compleanno? Infondo non è altro che la lampante manifestazione dell’inevitabile deterioramento organico. Chi ha deciso che dobbiamo commemorare questo triste evento? Non certo noi.

A cosa serve festeggiare il Natale e il Capodanno? Serve a incrementare il dolore di persone che soffrono di solitudine e abbandono sociale; durante queste feste si sentono maggiormente sole ed emarginate dalla società. È vero che i bambini vivono il Natale come una magia; d’altra parte anch’io lo ricordo come qualcosa di incantevole, ma poi la disillusione è molto più devastante, poiché la vera magia non è illusione… ma qualcosa che si promulga nel tempo.

A cosa serve festeggiare il carnevale? Pur non sapendo cosa sia esattamente, ci sentiamo quasi obbligati a mettere una maschera che rimarrà abbarbicata nell’anima di ognuno di noi e nell’incapacità di ribellarci a chi con astuzia ci manovra. Ma guardiamo anche il lato positivo: a carnevale ci si può ubriacare fino a non più riconoscersi e fare a botte fino a massacrarsi per futilità.

A cosa serve festeggiare la Pasqua? A imbottigliarci per ore nel traffico; ma d’altra parte… qualcuno ha deciso che si deve partire tutti allo stesso momento, e se vogliamo essere dei perfetti sottomessi, non abbiamo altra scelta.

Se di punto In bianco m’inventassi che a luglio bisognerebbe fare una settimana bianca al mare, nessuno mi darebbe ascolto poiché non sono nessuno; e allora perché dare ascolto a persone senza moralità?

Vorrei precisare che le mie sono soltanto riflessioni senza finalità. In un mondo democratico è giusto che ognuno si comporti come meglio crede, pur essendo consapevole di persistere in una falsa democrazia e un’ingannevole schiavitù del proprio essere.

 

Fonte:
detata.altervista.org