Occhiali con fori stenopeici per migliorare la qualità della vista e della salute!

 

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Gli occhiali a foro stenopeico (della Vision Light®) non hanno lenti graduate, ma due dischi in plastica nera con piccoli fori multipli (fori stenopeici): funzionano in modo diverso da quelli tradizionali e permettono di vedere bene e allo stesso tempo di migliorare la qualità della visione, in quanto stimolano i muscoli perioculari.

Aiutano a ridurre la dipendenza dalle lenti graduate, e le tensioni provocati dalla difficoltà di visione.

Il loro principio di funzionamento risale a Leonardo da Vinci, che ha accostato il funzionamento dell’occhio umano a quello della “camera oscura”, basata sul foro stenopeico.

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Filtrano più efficacemente i raggi luminosi ed evitano le distorsioni legate ai vizi di rifrazione. Sono particolarmente adatti a tutti coloro che hanno disturbi della vista di vario genere.

 

Con gli occhiali a foro stenopeico si vede meglio

Quando una persona con disturbi di miopia, di presbiopia, di ipermetropia o di astigmatismo guarda attraverso un foro, la visione si fa più nitida: il fascio di luce che colpisce gli occhi diventa più stretto, permettendo un campo di messa a fuoco più ampio e riducendo l’estensione dell’area sfocata sulla retina.

Ecco perché con gli occhiali forati si vede meglio: permettono di vedere il 60% in più di ciò che puoi percepire a occhio nudo.

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Con gli occhiali stenopeici la qualità della vista migliora

Quando l’occhio fa meno fatica a mettere a fuoco, i muscoli oculari si rilassano e la tensione diminuisce: gli occhi si riposano e diventano più efficienti.

Ecco perché con gli occhiali a foro stenopeico diminuisce lo stress della visione e la qualità della vista migliora.

Un facile esperimento te lo può confermare: osserva per alcuni istanti gli oggetti circostanti senza gli occhiali graduati o le lenti, cercando di percepire ciò che vedi sfocato e ciò che invece riesci a vedere bene. Dopo qualche minuto metti gli occhiali stenopeici e guarda attraverso i fori, concentrando l’attenzione sugli oggetti lontani. Vedrai che la visione risulta più definita. Quando togli gli occhiali, potrai appurare che la tua capacità visiva risulta migliorata: percepirai gli oggetti con maggiore nitidezza e senso di profondità.

 

Gli occhiali tradizionali non migliorano la vista

Quanto più si usano gli occhiali con le lenti graduate o le lenti a contatto, tanto più gli occhi diventano dipendenti dall’ausilio esterno per avere una visione più nitida.

In tal modo diminuisce la capacità dell’occhio di vedere senza lenti e si è costretti ad aumentare la loro gradazione. Inoltre, con una forte gradazione delle lenti, i muscoli oculari devono rimanere costantemente tesi per mantenere la messa a fuoco fissa.

Con gli occhiali tradizionali gli occhi devono necessariamente fare uno sforzo maggiore per la messa a fuoco: ciò provoca stanchezza e rende più faticosa la cooperazione tra i due occhi.

Invece con gli occhiali stenopeici i muscoli dell’occhio possono allentare la messa a fuoco fissa e rilassarsi, permettendo una migliore capacità visiva.

 

Con gli occhiali stenopeici si fa ginnastica oculare

Gli occhiali stenopeici sono un utile strumento per la salute della vista. Le molte ore passate davanti al televisore, al computer o a leggere espongono quotidianamente i nostri occhi a un forte stress e sottopongono i sei muscoli che li fanno lavorare a una costante tensione.

L’affaticamento fa perdere nitidezza e precisione alla vista e provoca un senso di stanchezza generale, spesso associata al mal di testa.

Con gli occhiali stenopeici puoi ridurre questi sintomi, in quanto sono un vero e proprio training per gli occhi e la visione: se usati in modo corretto permettono un rilassamento degli occhi e della mente, che rappresenta il primo passo per la soluzione dei problemi visivi.

 

Quando si possono usare

È preferibile usare gli occhiali stenopeici di giorno, quando vi è molta luce: in condizione di oscurità sono meno efficaci e possono affaticare l’occhio. Per questo sono molto adatti per guardare la televisione o per lavorare al computer. Non devono invece essere indossati per guidare o quando si eseguono attività pericolose.

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Gli occhiali stenopeici sono adatti per tutti i problemi di vista

Gli occhiali stenopeici permettono di vedere meglio a tutti coloro che hanno i più svariati problemi di visione: miopia, presbiopia, ipermetropia o astigmatismo.

In questi casi i raggi di luce che colpiscono l’occhio non hanno una precisa messa a fuoco sulla fovea, la parte sensibile dell’occhio.

I raggi possono arrivare nella zona antistante la fovea (miopia) o oltrepassarla (ipermetropia), oppure non focalizzarsi abbastanza vicini (astigmatismo), a causa della curvatura anomala della cornea (la parte esterna e trasparente dell’occhio), producendo una percezione sfocata degli oggetti.

In ognuno di questi casi l’uso degli occhiali stenopeici permette di migliorare la messa a fuoco in quanto i fori stenopeici lasciano passare solo una parte dei raggi luminosi, eliminando quelli più obliqui.

Di conseguenza la quantità di luce diminuisce, ma aumenta la “profondità di campo”, cioè la quantità di nitidezza del campo visivo.

I raggi giungono infatti nitidi sulla superficie della retina, contribuendo ad eliminare il fastidio che gli oggetti fuori fuoco causano a chi guarda.

Gli oggetti che prima erano “fuori fuoco” diventano più nitidi, anche se leggermente più scuri.

 

ATTENZIONE: questi occhiali si intendono rieducativi NON perché attraverso di essi ci si vede meglio, ma perché inducono l’occhio a muoversi velocemente da un foro all’altro e insegnano un modo diverso e più efficace di usare la vista. Il fatto di potere vedere attraverso di essi meglio che a occhio nudo è utile perché ne facilita l’impiego.

 

Come si usano?

L’uso degli occhiali stenopeici deve essere costante per almeno sei mesi ed è necessario un periodo di graduale adattamento che varia da persona a persona.

Si può cominciare con un uso di dieci, quindici minuti al giorno fino ad arrivare a una o due ore di uso giornaliero non continuativo. Devono essere usati per guardare cose che non si vedono bene ad occhio nudo, da fermi e con luce (naturale o artificiale) abbondante.

Gli occhiali stenopeici proteggono gli occhi da un’eccessiva esposizione alla luce e in alcuni casi possono sostituire gli occhiali da sole, ma non hanno schermi UV. Non vanno usati per guidare, per fare movimenti veloci, in situazioni potenzialmente pericolose o quando non c’è luminosità sufficiente. Sono invece consigliati per leggere, guardare la televisione o lo schermo del computer e per riabituare gli occhi alla luce.

 

Fonti:
visionebenessere.it
vedercichiaro.over-blog.it

 

 

Imparare a rimirare il Sole e la tossicità dell’uso degli occhiali da sole…

Ora che qualche scienziato comincia a pubblicare studi sulla vera e propria tossicità dell’uso degli occhiali da sole, in questo articolo pubblichiamo le istruzioni da seguire per poterlo rimirare direttamente e trarre così il massimo del beneficio per la vista come per la salute generale…

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Gli occhiali SenzaLenti eyeMoving possono consentire a chi ha una vista difettosa di guarirsi da solo praticando i metodi dell’occhio normale secondo il “Sistema Bates“.

 

Imparare a rimirare il Sole

Rishi Giovanni Gatti – 19 settembre 2007

Recentemente una importantissima notizia è stata tenuta nascosta da quasi tutti i giornali (vedi in fondo all’articolo): l’uso degli occhiali da sole riduce la quantità di raggi solari che raggiungono la retina inibendo così la produzione di melatonina e causando una maggiore predisposizione al melanoma, una malattia che già nel 2006 negli Stati Uniti ha procurato un milione di casi. Tralasciando di approfondire il perché i mass-media abbiano censurato la notizia – forse per non perdere i lucrosi contratti pubblicitari con le griffe della moda – il nostro interesse è offrire ai lettori i giusti strumenti informativi per utilizzare al meglio l’energia della luce diretta del sole per la cura della vista e di tutte le altre malattie secondo i principî della Naturopatia, dagli igienisti dell’Ottocento, a Ehret, a Shelton, a Sciascia e Finsen, e ovviamente a Bates, fino ad arrivare ai nostri giorni, con le esperienze dei sun-gazers di tutto il mondo.

Tutti questi autori specificano nei loro testi l’assoluta necessità della luce solare per ricuperare e mantenere la salute. In particolare, associando le pratiche regolari dell’osservazione discrezionale del sole, dei bagni di sole e di una alimentazione prevalentemente fruttariana, gli igienisti ottengono grandi successi in tutto il mondo, nonostante le condizioni climatiche avverse, la propaganda terroristica delle istituzioni sanitarie, tutte contrarie al sole, e le cattive abitudini della vita moderna che ci costringono non solo a mangiare cibi tossici, ma anche a stare quasi sempre nella penombra di edifici oscuri, a fare lavori noiosi che aumentano il nervosismo e lo sforzo mentale ed oculare.

sistema-di-guarigione-della-dieta-senza-mucoIl Professor Arnold Ehret, pubblicando nel 1910 il suo libro Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco nel raccomandare la transizione graduale ad una dieta di sola frutta e verdura per la guarigione di tutte le malattie, indica come perentorio anche il regolare svolgimento di bagni di sole di venti o trenta minuti al giorno ogni volta che la luce naturale diretta sia disponibile, avendo cura di esporre tutto il corpo, e procedendo con gradualità. Questo grande scienziato di origini austriache, ma vissuto a Los Angeles, avendo perfettamente ripulito il suo corpo dalle ostruzioni causate dalla cattiva alimentazione, era in grado di stare per parecchi giorni senza bisogno di mangiare nulla, assumendo l’energia necessaria per vivere e lavorare non solo dalla luce naturale del sole, ma anche dai profumi, dall’esercizio fisico, e dalle componenti mentali del pensiero stesso che anima l’essere umano. Gli episodi narrati nel suo libro sono molto indicativi e le testimonianze dei suoi pazienti altrettanto significative; vi rimandiamo ad essi e al sito www.arnoldehret.it per approfondire questo tipo di studio.

the-hygienic-system-orthotrophy-herbert-m-sheltonIl Dottor Herbert M. Shelton  nel suo libro del 1934 The Hygienic System dedica diversi capitoli all’impiego del bagno solare e su come esso sia benefico anche per gli occhi e la vista, consigliando di rinforzare gli occhi imparando a guardarlo senza paura. Così scrive:  «Ho sempre vissuto senza copricapi per più di quarant’anni, e quasi tutto questo tempo l’ho passato in Texas, sotto a un sole sub-tropicale, e ciò non mi ha mai causato danni. I miei pazienti non coprono la testa mentre fanno il bagno di sole e non ne vengono danneggiati. […] Gli occhi vengono beneficiati dalla luce e danneggiati da troppa oscurità. Rimirare direttamente il sole è stato trovato di grande beneficio per la vista indebolita. I pesci che vivono in cave buie, dove non ricevono luce solare, sono sempre ciechi. […] Strizzare gli occhi non è necessario, né uno ha bisogno di occhiali scuri per prevenirlo. Uno ha solo bisogno di smettere di strizzare gli occhi. Questo può essere controllato dalla volontà. È possibile guardare direttamente nel sole di mezzogiorno senza strizzare le palpebre. Sembra che non ci sarà bisogno di occhiali e creme oculari se uno semplicemente smette di strizzare. Strizzare gli occhi non ha nessuna utilità».

Antonino Sciascia era un insigne medico siciliano, di Canicattì, di fine Ottocento. Egli curava le persone esponendole al sole, e concentrando la sua forte luce sulle parti da trattare mediante una enorme apparecchio costituito da lenti di ingrandimento, da lui denominato “Fotocauterio”, brevettato a Londra. “Fototerapia” era il nome da lui dato a questo suo metodo, i cui risultati erano sbalorditivi, perché riusciva a risolvere in uno o due mesi malattie gravissime come il carbonchio, la tubercolosi, il lupus, eccetera… Purtroppo, come spesso accade nella “scienza”, le sue scoperte e i suoi successi, forse perché basati su soluzioni “semplici”, sono stati nascosti e addirittura usurpati da altri medici, tra i quali il danese Finsen, premio Nobel per la medicina nel 1903, a cui tutti attribuiscono la scoperta della fototerapia sciasciana. Segnaliamo ai lettori il sito Internet della Città di Canicattì dove è possibile leggere il libro di un pronipote dello stesso Sciascia che narra tutta la storia di questo grande scienziaro: www.canicatti-centrodoc.it.

Ophthalmologist-William-H-BatesIl Dottor William H. Bates di New York, lo scopritore della vera cura della vista imperfetta con metodi naturali, senza occhiali e operazioni, è stato il più prolifico autore su questi argomenti, forte anche dell’esperienza maturata con pazienti oculari in oltre cinquant’anni di pratica clinica. Non solo Bates raccomandava l’uso della luce solare e di quella elettrica come sua sostituta nelle giornate nuvolose, ma incoraggiava i pazienti a guardare direttamente il sole per guarire i problemi degli occhi, non solo quelli più banali, miopia e presbiopia, ma anche quelli gravi e gravissimi, come la cataratta e la cecità. In particolare, Bates aveva applicato il principio del Fotocauterio di Sciascia (ma non sappiamo se aveva veramente conosciuto il lavoro del ricercatore siciliano) direttamente sull’occhio, e cioè egli concentrava, durante il cosiddetto “trattamento con il sole”, la luce del sole sul bianco dell’occhio, mentre il paziente guardava in basso e la palpebra superiore veniva tenuta alzata dal medico, che muoveva la “lente solare” velocemente da parte a parte per illuminare bene tutta la zona della sclera ed evitare qualsiasi accumulo di calore. Così facendo, in pochi minuti anche i più gravi pazienti fotofobici diventavano capaci di aprire ampiamente gli occhi al sole di mezzogiorno e di rimirarlo addirittura, all’inizio per pochi istanti, e nel corso del tempo a volontà. Il libro fondamentale di Bates, pubblicato nel 1920, e disponibile in italiano nel sito www.sistemabates.it, dal titolo Vista Perfetta Senza Occhiali, riporta tutta la conoscenza necessaria al lettore per guarirsi da solo usando la luce sugli occhi, con fotografie dell’epoca in cui si illustra come guardare il sole a mezzogiorno e come usare correttamente la lente solare per concentrare i raggi sulla sclera.

L’uso della  luce del sole come pura energia in grado di affrancare l’essere umano dal bisogno di cibo è una materia affascinante che va ben oltre i problemi di salute. I casi di cui si ha testimonianza certa sono molteplici. In Europa, la mistica cattolica Teresa Neumann (1898-1962) perse la vista in seguito ad un incidente nel 1918, ma nel 1923, in occasione della santificazione di Teresa di Lisieux, miracolosamente la riacquistò, iniziando un percorso di elevazione spirituale che la portò, pochi anni dopo, a non sentire più lo stimolo della fame e a vivere di una sola ostia al giorno per oltre trentasei anni. Casi simili vengono riportati un po’ da tutto il mondo e da tutte le età, in maniera più o meno credibile. Si dice che fosse addirittura il greco Socrate, nel quinto secolo prima di Cristo, a rimanere in Beinsa-Douno-(Peter-Deunov)osservazione del Sole e della Luna per giorni interi (dal Simposio di Platone). In tempi moderni, abbiamo gli insegnamenti del maestro bulgaro Beinsa Douno, conosciuto come Peter Deunov (1864-1944, scopritore della Paneuritmia), e degli indiani Acharya Jovel, Dimbeswar Basumatary, Sunyogi Umasankar,  Hira Ratan Manek, nonché dell’ucraino Nikolay Nikolayevich Dolgorukiy, tutti osservatori regolari del sole, con risultati più o meno eccezionali. La letteratura su questa materia è infinita, e merita ulteriore approfondimento nei successivi numeri della nostra rivista.

 

Come guardare il Sole

Chi ha una vista normale e una mentalità ordinariamente rilassata può in genere guardare il sole senza problemi a tutte le ore del giorno. Oggi però questi casi sono rari. In pratica, anche chi non usa lenti correttive ha senza dubbio subìto l’oltraggio delle lenti scure “da sole” e ha disabituato gli occhi alla luce naturale. Chi invece ha vista difettosa, corretta o no da lenti, soffre grandemente la forte luce del sole, e deve riabituarsi ad essa se vuole sperare di poterla guarire senza occhiali.

Il segreto fondamentale per arrivare a poter rimirare il sole di mezzogiorno senza problemi sta tutto nel procedere con discrezione, iniziando con pochi secondi al giorno all’alba e al tramonto, (ma in caso di nuvole si può fare anche quando il sole è più alto, specialmente in inverno), e avendo cura di prevenire ed evitare il benché minimo fastidio, sbattendo velocemente le palpebre e muovendo sempre lo sguardo avvicinandosi e allontanandosi dal sole, facendolo muovere come un pendolo. È anche possibile procedere con molta più cautela usando un occhio alla volta e coprendo l’altro con il palmo della mano. L’ideale, per abbreviare questo periodo di lenta riabilitazione alla luce naturale diretta del sole, sarebbe l’uso della “lente solare” del Dott. Bates, per la quale rimandiamo al sito www.sistemabates.it

Sole-e-mare

Nei casi gravi di intensa fotofobia, è sbagliato iniziare a guardare direttamente il sole senza prima aver abituato gli occhi, e la mente, alla luce del cielo, e nei casi veramente gravissimi anche la luce del cielo è troppo forte e bisogna abituarsi ad essa osservandola “ad occhi chiusi” per lunghi periodi di tempo (un’ora o più) seduti comodamente spalle al sole e avendo cura di dondolare leggermente il corpo o la testa, rilassandosi.

Applicando questi principî di buon senso, ci rendiamo conto che l’osservazione diretta del sole non può essere una fatica o un lavoro sul quale ci si debba concentrare e sforzare, ma è una felice occasione per godere del profondo rilassamento che la Natura ci offre ogni giorno per garantirci il benessere e la vitalità. Chi non può guardare il sole è una persona nervosa, confusa e infelice. Chi può guardarlo liberamente invece è allegro, spensierato, e padrone delle sue azioni e della sua vita in generale. Imparando a guardare il sole, considerandolo una fonte di energia e di tranquillità, chiunque di noi può non solo guarire la sua vista e la sua mente, ma anche accelerare e completare qualsiasi altra terapia naturopatica si stia effettuando, con benefici immediati e lampanti soprattutto sul piano della detossificazione da farmaci, metalli pesanti, cibi errati e inquinamento.

 

OCCHIALI DA SOLE TOSSICI PER LA PELLE
una notizia nascosta da tutta la grande stampa
da www.ilmessaggero.it

LONDRA (3 giugno 2006) – Fanatici della tintarella attenti agli occhiali da sole. Se prima proteggendo i vostri occhi vi sentivate a posto con la coscienza e al sicuro per la vostra salute contro i danni provocati dal sole sulla pelle, adesso un medico britannico è pronto a far crollare anche questa certezza. Il nostro cervello infatti ricevendo una luce meno forte grazie al filtro delle lenti scure manderebbe dei segnali per far produrre survival-of-the-sickest-sharon-moalem-2007meno melatonina al nostro organismo, come in presenza di poco sole. Da qui il guaio per la salute. Nel libro “La sopravvivenza del più malato” (Survival of the sickest), in uscita domani nelle librerie del Regno Unito, il dottor Sharon Moalem, dopo ricerche approfondite, parla di un vero e proprio inganno nei confronti dell’organismo da parte delle lenti da sole: indossando gli occhiali da sole, infatti, il cervello registra una minore quantità di raggi solari, e il corpo è indotto a produrre meno melanina (la sostanza che provoca l’abbronzatura per proteggere la pelle dai raggi solari): il risultato è che la pelle è meno protetta e aumenta il rischio di sviluppare il cancro. Questa teoria trae origine da una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Journal of Investigative Dermatology”, secondo la quale la luce percepita dagli occhi attiverebbe la produzione del cosiddetto ormone stimolatore dei melanociti. «La percezione della luce è fondamentale nello scatenare il processo naturale di autodifesa dell’organismo nei confronti del sole», spiega Sharon Moalem al tabloid domenicale “Sunday Express”, pur ammettendo che la percezione ridotta non è l’ unica causa cancro alla pelle.

La teoria ha riscosso ampi consensi da parte della comunità scientifica. John Hawk, esperto di melanomi presso la Fondazione britannica per la pelle afferma: «La produzione delle sostanze stimolatrici dell’abbronzatura è quasi certamente correlata alla luce percepita, mentre lo scienziato tedesco Sven Krengel, che ha svolto studi sull’argomento, ha concluso che «indossare occhiali da sole spinge la gente a non cercare riparo dal sole». Negli Stati Uniti, dove l’incidenza del cancro alla pelle è in continua ascesa, i casi nell’ultimo anno stati oltre un milione.

 

Fonte:
www.disinformazione.it/guardare_sole.htm