Papa Francesco ha avuto troppa fretta a santificare Wojtyla, e ha sbagliato!

di Nerina Negrello

Papa Francesco non si è reso conto che Papa Wojtyla è un mito costruito dal potere mediatico finanziato dalla meditecnica, che aveva bisogno di un Papa al servizio dell’economia occidentale, che tacesse di fronte alla sperimentazione in vivo, alla “morte cerebrale” a cuore battente, agli espianti/trapianti e all’uso dell’uomo come merce.

Il Papa polacco, Giovanni Paolo II, ha portato a compimento ciò che Giovanni XXIII e Paolo VI avviarono forse ingenuamente nel connubio della Chiesa coi poteri economico-sanitari.

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Sotto il suo pontificato (dal 15/10/1978 al 2/4/2005) sono esplose leggi statali criminali senza la sua opposizione, le principali:

Ridefinizione di morte in termini di “morte cerebrale” a cuore battente, ovvero equiparazione del coma alla morte (L.578/93);
Dichiarazione di “morte cerebrale” imposta su base protocollare in tempi abbreviati (D.M. 582/94);
Esproprio dei diritti della persona in coma, resa “donatore” con la formula del silenzio-assenso o donazione presunta (L. 91/99 art. 5);
Creazione della rete trapiantistica con centri regionali e interregionali per la macellazione, promozione trapianti, organizzazione, finanziamenti, export-import (L.91/99).
Autopsie autoritarie dopo 20 minuti di arresto cardiaco (DPR 285/90) per fornire le banche di tessuti;
Prelievo delle cornee anche nelle case (L. 301/93);
Prelievo di parte di fegato da viventi sani (L. 483/99) sulla falsa riga del prelievo del rene da vivente sano (L. 458/67 sotto Papa Montini).

Per un quarto di secolo l’escalation verso la “morte cerebrale” autoritaria dichiarata su base protocollare e non constatata su base naturale, è stata protetta dal suo silenzio e dal suo sistematico delegare la definizione di morte ad un diktat della “scienza”, non tenendo conto dell’esistenza dell’anima nel corpo umano; con ciò si è reso connivente dell’omicidio di migliaia di persone in coma sequestrate negli ospedali-lager, dove il malato diventa una cava d’organi e la sanità un mercato.

Wojtyla ha dialogato in Vaticano con espiantatori e trapiantisti, ha sollecitato la fiducia nella “scienza” e la donazione degli organi, connivente col linguaggio ingannevole della propaganda che dice “prelievo dopo la morte”, ben sapendo che dal cadavere vero, come lo intende la concezione popolare, la tradizione, la cultura cattolica e la stessa legge, si possono prelevare solo tessuti, non organi.

In sostanza Wojtyla ha licenziato Dio e il quinto comandamento “non ammazzare”, riconoscendo agli operatori sanitari la capacità (in altra sede da lui definita impossibile) di rilevare sul corpo vivo di persone in coma i segni biologici della cosiddetta “morte cerebrale”, i cui protocolli sono stati imposti con la legge dal potere economico trapiantistico e nonostante tale morte sia considerata una finzione dalla scienza onesta.

Nerina Negrello
Presidente Antipredazione